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La psicopatologia di Donald Trump sta arrivando al suo apice.
Come in una crisi paranoica, il presidente uscente non è riuscito a contenere le sue pulsioni malate e ha scatenato la violenza.
Follia lucida, se è vero che ha deliberatamente indebolito i servizi di sicurezza intorno a Capitol Hill.
Non tutti sanno che i dubbi sul suo equilibrio mentale sono sorti molto tempo prima della sua nomina a presidente.
Il 29 novembre 2016 tre psichiatri (Judith Hermann, Nanette Gartrell e Dee Mosbacher) inviarono una lettera a Barak Obama richiedendo che Trump fosse sottoposto ad una “full medical and neuropsychiatric evaluation by an impartial team of investigators”, una completa valutazione medica e neuropsichiatrica da parte di un team imparziale di esaminatori.
Un suggerimento che purtroppo non fu raccolto…
La marea di comunicazioni, perlopiù tweet, con cui Trump ha impulsivamente inondato il globo è ampia e nel suo insieme costituisce una documentazione interessante (il Washington Post tempo fa contò oltre 20.000 fakes).
Basterà ricordare la seguente frase:
"As I have stated strongly before, and just to reiterate, if Turkey does anything that I, in my great and unmatched wisdom, consider to be off limits, I will totally destroy and obliterate the Economy of Turkey (I've done before!)".
"Se la Turchia farà qualcosa che io, nella mia grande e ineguagliata saggezza, considererò oltre i limiti, distruggerò totalmente l'economia della Turchia (l'ho già fatto!)". –
Da tempo sono noti i contorni della leadership patologica, della Toxic Leadership.
Trump è un meraviglioso esempio di leadership intrisa di narcisismo maligno, con tratti paranoidi, antisociali, sadici, probabilmente “arricchita” da un lucido disegno volto a non abbandonare il potere per non essere trascinato di fronte ai tribunali USA.
Molto è stato compreso dai tempi del saggio di Sigmund Freud Psicologia delle masse e analisi dell’Io, in cui sono esplorati i legami tra capi autoritari e followers.
Esemplari i lavori di Erich Fromm sul narcisismo distruttivo, e le osservazioni sui sociopatici di successo.
Ciò che sappiamo sui leader paranoici e narcisistici proviene dalla psichiatria, dalla psicoanalisi applicata alle organizzazioni, dalla psicologia clinica dinamica, e fa luce sui meccanismi mentali distorti di soggetti come Trump, alieni dall’autocritica e dalla mentalizzazione, che si costruiscono una realtà a proprio uso e consumo, scindendo il mondo in buoni e cattivi.
Da tempo mi occupo delle distorsioni psicopatologiche della leadership e del management.
30 anni fa usciva il mio libro di 450 pagine Psicopatologia del management.
Ho ripreso l’argomento nel 2013 con il volume L’assessment delle qualità manageriali e della leadership. La valutazione psicologica delle competenze nei ruoli di responsabilità organizzativa. (FrancoAngeli)
E proprio poche settimane fa è uscito Il capitale umano nelle organizzazioni. Metodologie di valutazione e sviluppo della prestazione e del potenziale (Hogrefe, 2020)
Nel 2018 ho commentato sulla rivista Psicoterapia e Scienze Umane il bel libro a cura di Bandy X. Lee The Dangerous Case of Donald Trump” in cui ci si chiede non solo se il presidente uscente sia “matto” oppure no, bensì se sia Crazy like a fox, or crazy like crazy che, tradotto liberamente, si può rendere con “ci fa o ci è?”.
E sul numero di Gennaio-Febbraio 2021 della rivista Psicologia Contemporanea (Giunti Psychometrics) ho scritto l’articolo Il leader narcisista, con una nota proprio sul caso Trump.
Il caso patologico di Donald Trump – soprannominato in vario modo: Donald the Donnie, King Lear, The Lying King, Cheeto Benito, Donald Chump, Donald Dodo, The Infuriator, Trumpty Dumpty, The Orange Mephistopheles, The Fraud of Fifth Avenue… - farà ancora parlare di sé.
La sua Bully Personality – personalità da bullo – sta diventando un nuovo paradigma nell’esercizio del potere.
Non solo negli USA (vedi Erdogan, Putin, Bolsonaro, El-Sisi, Haftar, Duterte), anche in Italia abbiamo dei “luminosi” esempi in tal senso.
Esempi pericolosi perché inducono in molte persone regressione sociale, infantilizzazione, auto-assoluzione, asservimento alla personalità forte, con slittamento dalle democrazie alle autocrazie.
Qui alcuni miei commenti pubblicati nel 2017 sul perché Donald Trump era, ed è, unfit per qualunque ruolo che implichi una responsabilità sociale e civile:
Andrea Castiello d’Antonio